• € 1.900.000 di soldi pubblici liquidati e da recuperare. Basta danni erariali a spese degli ebolitani.

    Restiamo allibiti e sconcertati rispetto a quanto emerso con la determina in oggetto.
    Parliamo del contratto risalente al 24 febbraio 2009 con cui il comune di Eboli, per venti anni, ha affidato la gestione integrata  del servizio di pubblica illuminazione comunale ad una ditta esterna.
    Una concessione il cui canone annuo ammonta ad € 509.241,43, oltre un canone mensile per la manutenzione dell’impianto che corrisponde ad € 147.993,03.
    Il comune di Eboli dal 2009 fino al 1 marzo 2022 ha sborsato euro 8.597.115,67, previo determine di liquidazione alla società Engie spa ( ex Cofely), come da allegato.
    Invece il dovuto è pari ad € 6.673.664,77, come da calcoli allegati alla determina n. 1092/2022.
    Incredibilmente sono stati corrisposti € 1.923.459,90 di soldi pubblici in più alla ditta privata che il Comune, adesso, dovrà immediatamente recuperare evitando un processo per danno erariale lampante.
    Invitiamo gli uffici preposti, ivi compreso il settore avvocatura, ad avviare ogni azione legale affinchè questa cifra ritorni all’Ente per predisporre, al contrario, misure volte a garantire manutenzione stradale, delle scuole e del verde pubblico.
    Questa vicenda desta forte preoccupazione per la tenuta dei conti e crediamo sia opportuno avviare una verifica dettagliata dell’intera partita crediti/debiti.
    Pretendiamo, inoltre, un servizio di qualità e l’installazione di lampade a risparmio energetico nella nostra Città, salvaguardando anche le casse comunali.
    Ricordiamo, infatti, che la bolletta energetica per l’anno 2021 è stata di circa ad € 1.000.0000, mentre ad ottobre 2022 è già salita ad € 1.300.000, con aggravio di spese per i cittadini e nessuna misura concreta messa in atto per il risparmio energetico.

  • De Iesu smaschera l’inadeguata gestione della macchina amministrativa targata Di Benedetto

    Per un attimo sembrava di ritornare indietro con le lancette dell’orologio a circa 3 anni fa, quando in un infuocato consiglio comunale sul bilancio e conto consuntivo la nostra opposizione metteva nero su bianco i danni prodotti dall’allora vice sindaco Di Benedetto.
    Era proprio lui, in qualità di Vice Sindaco, a difendere strenuamente l’operato dell’amministrazione comunale Cariello, sotto il profilo contabile e amministrativo.
    Ma non finisce qui.
    La farsa è continuata per anni ed è culminata addirittura pochi mesi fa, quando con una nota stampa, ripresa dagli ultimi seguaci rimasti, ha magnificato il proprio operato, dimenticando alcuni problemi pendenti.
    Oggi, dopo la conferenza stampa del Dott. De Iesu, appare chiaro che la realtà dei fatti sia totalmente diversa da quanto raccontato.
    Infatti, il Commissario straordinario dopo soli sei mesi ha evidenziato “ alcuni punti critici, frutto di una inadeguata capacità di gestire la macchina comunale” che lasciano letteralmente basiti e con l’amaro in bocca:

    1) Una montagna di debiti fuori bilancio: l’ultimo regalo dell’ex amministrazione.

    Nel bilancio 2021, dopo l’arresto dell’ex sindaco, il Commissario si è visto costretto a fronteggiare un’emergenza: riconoscere circa € 1.500.000 di debiti fuori bilancio.
    Di questa somma, circa € 817.000 comprensivi di interessi, derivano da un contenzioso vinto dalla ditta Ladurner che gestisce il sito di compostaggio.
    E su questa vicenda, occorre meditare molto circa la scellerata gestione posta in essere dagli ex amministratori comunali.
    Questi soldi, infatti, dovranno essere sborsati dal Comune e pagati dagli ebolitani sotto forma di tasse comunali!

    2) La carenza di risorse umane, che comprime la capacità organizzativa del Comune.

    Ma vi ricordate gli annunci in termini di assunzioni praticamente in tutti i settori?
    Ebbene, quegli annunci sono rimasti solo sulla carta mentre i numeri attuali delle risorse umane restano sotto soglia tale da garantire servizi celeri ai cittadini.

    3) Cimitero di Eboli: bocciata la frammentazione degli appalti

    Lo abbiamo detto a più riprese e nel corso degli ultimi cinque anni.
    Le ombre che si addensavano sul cimitero, a causa di una pessima gestione, sono state confermate dalla recente inchiesta della Procura di Salerno e dal Commissario.
    La manutenzione dei loculi, l’omologo servizio del verde e la gestione delle lampade votive, da ora in poi, avranno un unico riferimento grazie all’accorpamento dei servizi e ad un appalto unico che garantirà maggiore trasparenza e legalità.

    4) Stazione unica appaltante: addio alla CUC Sele Picentini

    Come dimenticare le nostre barricate in consiglio comunale su un tema che forse non appassiona i cittadini ma che è fondamentale nell’ottica di dare impulso agli appalti pubblici.
    La Centrale unica di committenza, con capofila il Comune di Bellizzi, ad oggi non ha dato garanzie in termini di celerità amministrativa e trasparenza degli atti, risultando il servizio costoso e poco efficiente.
    Da adesso in avanti le spese gestionali saranno pari solo a 8000 euro annui e l’adesione alla centrale unica di committenza della Valle dell’Irno ci soddisfa.

    5) Manutenzione del verde cittadino: l’erba alta e le responsabilità politiche.

    De Iesu è stato chiaro: l’appalto per la manutenzione del verde urbano e lo sfalcio delle erbacce è stato affidato regolarmente nel 2019 ma nessuno sa perché il contratto non è stato sottoscritto, nel mentre si è proceduto ad affidamenti diretti con lotti frazionati e a settembre 2020 si sono svolte le elezioni comunali.
    Un filo diretto o semplice coincidenza?
    Non è dato saperlo, intanto abbiamo avuto disagi fortissimi legati all’erba alta in centro come nelle periferie.
    Occorre proseguire sulla strada della pianificazione e puntare ad un decoro maggiore.

    Questi e non solo, rappresentano i risultati di cinque anni fallimentari che hanno devastato l’immagine e la credibilità della nostra amata Eboli.
    L’inadeguata gestione della macchina amministrativa targata Cariello e Di Benedetto non è passata inosservata e bene ha fatto il Commissario straordinario a dettagliarne gli aspetti per informare i cittadini che, nel segreto dell’urna, volteranno definitivamente pagina.

  • Eboli riparte:subito un tavolo di confronto con imprenditori commerciali e balneatori.

    In vista della “fase 2” riteniamo necessario e indifferibile avviare un tavolo di confronto con rappresentanti delle attività commerciali, balneatori, artigiani locali , Unimpresa, Acai, Confesercenti e Distretto Turistico Sele-Picentini.
    Non tutte gli esercizi di vicinato riapriranno le saracinesche e questo rappresenta un elemento di grave preoccupazione da cui partire.
    Tale concertazione si pone come ineludibile a causa delle ricadute economiche che già si sono avute in questi due mesi e che, purtroppo, dovranno mitigarsi per i prossimi.
    Inevitabilmente occorrono regole chiare da concordare insieme agli imprenditori, al fine di offrire ai cittadini elementi di chiarezza da un lato e sicurezza dall’altro.
    Non vogliamo vedere decisioni unilaterali frutto di qualche collaboratore del Sindaco, ma una serie di iniziative tese a raccogliere suggerimenti, proposte e idee per ripartire in ordine.
    Non vogliamo vedere momenti di confusione tra i commercianti, ma pretendiamo che le Istituzioni diano indicazioni precise e dettagliate su come riavviare il cuore pulsante della nostra economia locale.
    In attesa di decisioni regionali prossime, vi è l’urgenza di programmare sgravi fiscali che il nostro Comune può tranquillamente adottare con variazioni urgenti di bilancio, quali ad esempio la cancellazione della TOSAP.
    In questi casi, con il coinvolgimento delle forze consiliari di opposizione, tali misure vedrebbero celere approvazione in Consiglio comunale, rilanciando un messaggio di vicinanza concreta alla filiera commerciale in Città ed evitando ricadute negative sul già drammatico dato occupazionale.”
    Eboli, 21/04/2020

  • Sostegno alle attività commerciali ebolitane

    La crisi provocata dalla diffusione del corona virus sta provocando gravissime ripercussioni economiche alle attività commerciali presenti nella nostra Città.
    Per questo, stamani abbiamo indirizzato al Presidente del Consiglio comunale e al Sindaco di Eboli una richiesta per l’adozione di “PROVVEDIMENTI URGENTI IN FAVORE DELLE ATTIVITÀ COMMERCIALI DI EBOLI”.
    Dovranno essere presi tutti gli opportuni provvedimenti, ivi compresa la convocazione ad horas un consiglio
    comunale in seduta straordinaria ed urgente, al fine di determinare forme di agevolazione-esenzione in materia di tributi locali a favore di tutte le attività commerciali presenti sul territorio.
    I provvedimenti richiesti si ritengono indispensabili a causa degli effetti negativi sulla economia locale determinati dalle norme restrittive contenute nelle Ordinanze volte alla propagazione delle infezioni da coronavirus.
    Tali forme di esenzione-agevolazione in materia di tributi locali incentiverebbero la applicazione rigorosa delle regole emanate sul distanziamento sociale che, se applicate correttamente, sono in grado di fornire un grande contributo al contenimento della propagazione del contagi.
    Eboli, 11/03/2020

  • Aumentano lo stipendio dei revisori dei conti. Sono senza vergogna”.

    Il collegio dei revisori del nostro Ente è stato votato all’unanimità dei presenti nel consiglio comunale del 10 marzo 2018 e in quella sede sono stati stabiliti gli stipendi pari ad € 13.527 per il Presidente e 9.018,00 per gli altri due componenti, oltre il rimborso del prezzo della benzina o gasolio moltiplicato il numero di chilometri che separano la residenza del singolo professionista dalla Sede del Comune ( andata e ritorno), oltre il rimborso per il pedaggio autostradale, parcheggio e rimborso ticket in caso di utilizzo mezzi pubblici.
    Proprio nello stesso consiglio comunale è stato il Vice Sindaco a chiedere un voto unanime dicendo: “ Abbiamo mantenuto il compenso previsto per i precedenti revisori del conto, nonostante la normativa abbia eliminato una limitazione e dato una possibilità di corrispondere anche degli importi maggiori, ma questo è doveroso viste le situazioni di difficoltà in cui ancora versa l’Ente e soprattutto verso chi ha operato in modo tanto professionale e competente negli ultimi 3 anni…
    Invito tutti i consiglieri all’unanimità a votare la nomina dei tre estratti a sorte e il compenso da noi determinato.”
    Tale nomina è fino al 2021, cioè scade tra due anni.

    Oggi la situazione economica del nostro Ente non solo è invariata, poiché abbiamo aderito al piano di riequilibrio pluriennale finanziario fino al 2023 che comporta un aumento ai massimi di legge per le tariffe locali, ma è peggiorata a causa delle spese folli che ha messo in campo la maggioranza, tra cui 2 staffisti e un portavoce che costano oltre 144,000 euro dal 2016 al 2020.
    Quindi chiedere di votare l’aumento dello stipendio dei revisori è una follia oltre che una presa in giro nei confronti dell’intero consiglio comunale.

    Ma vi è di più.
    Nella delibera di consiglio è stata richiamata la sentenza a sezioni Unite della Corte dei Conti n. 14/Sez. Aut/2019 del 28 maggio 2019 senza leggerla.
    Infatti a pagina 13 della stessa c’è un passaggio importantissimo che metto a verbale “ Facendo applicazione di tali principi deve, dunque, escludersi che, in via generale, possa riconoscersi la facoltà per gli enti di un possibile adeguamento, in corso di rapporto, del compenso, che di norma, resta fissato nella misura deliberata in origine.
    Né diverse indicazioni possono trarsi, a parere di questa Sezione, dalla lettura del decreto del 21 dicembre 2018”.

    Capite allora che vi siete dati la zappa sui piedi, perché sono gli stessi giudici contabili che confermano la facoltà e non l’obbligo di aumentare lo stipendio in corso di esercizio, onde salvaguardare l’imparzialità dei revisori ed evitare anche un danno erariale perché la scelta di ritoccare verso l’alto gli stipendi spetterà alla prossima consiliatura.
    L’esborso dell’Ente sarà di ulteriori 12.000 euro annui che si aggiungono alla spesa già prevista di 144.000 euro per tre anni e rappresenta un precedente tale che anche il prossimo collegio dei revisori potrà chiedere lo stesso trattamento.
    Una scelta incomprensibile ma politica, perché, vale la pena chiarirlo, l’Ente ha la facoltà e non l’obbligo di fare un’operazione del genere.
    Questo schiaffo ai disoccupati e alle famiglie disagiate in Città porterà i nomi e cognomi di Cariello e i suoi consiglieri comunali di maggioranza, mentre noi ci siamo fermamente opposti.
    Gli ebolitani ringrazieranno: Cariello,Vecchio,Corsetto,Piegari,Cennamo,Marchesano,Presutto,Naponiello,Altieri,Bonavoglia,Grasso,LaBrocca,Rosamilia,Merola,Sgritta.”

    Eboli, 26/11/2019

    Avv. Damiano Cardiello
    Capogruppo FI

  • Parcheggi in centro città: affare per il privato o bidone per l’Ente?

    E’ la domanda che si pone il capogruppo azzurro in merito i parcheggi ad Eboli.

    ” Il ruolo di consigliere comunale di opposizione consente di avere un’idea chiara di cosa sia la macchina comunale e condividere con la cittadinanza dati fondamentali al fine di comprendere le dinamiche contabili dell’Ente.
    Succede che l’amministrazione comunale decide di rendere gran parte del centro cittadino zona a pagamento per la sosta delle autovetture.
    L’obiettivo per Cariello e compagni è quello, neanche velato, di generare introiti da poter gestire.
    Sulla scarsa oculatezza e mancanza di pianificazione nelle spese, poi, abbiamo un’idea chiara che, visto l’argomento in oggetto, rimandiamo alla prossima puntata.
    Il 14 marzo 2018 l’Ente ha sottoscritto con la società Pubbliparking di Caserta un contratto per la gestione delle aree di sosta del centro cittadino fino al 2022.
    La concessione ha un valore Iva esclusa pari ad € 4.630.400,00.
    Il capitolato speciale dell’appalto all’art. 5 prevede espressamente:

    “ Nei contratti di concessione la maggior parte dei ricavi di gestione del concessionario proviene dalla vendita dei servizi resi al mercato. Tali contratti comportano il trasferimento al concessionario del rischio operativo come definito all’art. 3 comma 1 lett. z) del codice, legato all’espletamento di tutti i servizi richiesti.

    A fronte della remunerazione derivante dalla gestione del servizio di sosta a pagamento, il concessionario e tenuto a corrispondere un canone di concessione in favore del comune di Eboli, costituito dalle seguenti due aliquote:

    1. al15%del valore della concessione, indicato al precedente art. 3, fissato a base di gara e oggetto di offerta
    2. al10%dell’eventuale maggiore introito derivante dalla gestione, rispetto al valore della concessione indicato al precedente art. 3, non oggetto di offerta.

    Il canone non è soggetto a IVA.

    Il versamento dell’aliquota di cui al punto 1 del canone dovrà avvenire annualmente con la seguente modalità:

    • il 50% dell’importo offerto entro il 30 gennaio dell’anno di competenza
    • il 50% rimanente entro il 30 settembre dell’anno di competenza

    Il versamento dell’aliquota di cui al punto 2 del canone dovrà avvenire entro il mese di febbraio dell’anno successivo a quello di riferimento, previa presentazione di apposita documentazione di dettaglio degli incassi. In caso di ritardo si applicheranno gli interessi nella misura prevista dalla legge”.
    La ditta casertana, avendo offerto una percentuale del 4.95% in rialzo rispetto a 15% del valore della concessione posto a base di gara, ha l’onere di versare nelle casse comunali la cifra pari ad € 145.789,40, circa 12.149,12 mensili.
    La puntualità sarebbe d’obbligo, visto che ai malcapitati automobilisti anche pochi minuti di ritardo possono valere una multa, con tutte le relative conseguenze.

    Abbiamo preso carta e penna per richiedere una verifica dei pagamenti incassati dal Comune di Eboli e abbiamo scoperto che: per l’anno 2018 la società casertana ha corrisposto all’ente euro 87.000 circa a fronte dei € 109.341 per nove mesi di gestione della sosta, mentre per l’anno 2019 solo 22.000 rispetto al 50% previsto del totale da versare entro il 30 gennaio del corrente anno, pari ad € 72.894,70.

    Ci chiediamo come sia possibile che queste inadempienze non vengano contestate dagli uffici preposti.
    Ci chiediamo, inoltre, perchè della vicenda sino ad oggi nessuno tranne noi ne abbia mai parlato.
    A queste domande ne aggiungiamo altre che rivolgiamo a Cariello, integranti un’apposita interrogazione comunale: perchè entro il 31 gennaio 2019 la società suddetta non ha versato il 50% dell’importo offerto, come da capitolato speciale; se l’ufficio Patrimonio ha diffidato la stessa al pagamento o ha avviato azione di escussione della garanzia fideiussoria; come è stata calcolata l’intera quota per l’anno 2018.
    Il tutto al fine di capire meglio se questa concessione sia remunerativa le casse comunali o per il privato.

  • Mentre Cariello festeggia, le tasse aumentano.

    La pressione fiscale nazionale e quella locale stanno soffocando gli ebolitani onesti ( che pagano e hanno sempre versato il dovuto), mentre l’Amministrazione comunale sperpera soldi pubblici per staffisti e feste di piazza.
    E’ quanto emerge dalla seduta di consiglio comunale svolta poche ore fa, dove restano sostanzialmente ai massimi di legge le tariffe Irpef ( aliquota comunale), IMU e TASI, mentre aumenta il tributo TARI sui rifiuti.
    Eboli ha aderito nel 2013 al piano pluriennale di riequilibrio finanziario e, a causa della mala gestio degli anni passati, potrà uscire solo nel 2023.
    Ragion per cui tutte le componenti comunali dovranno rimanere aumentate, ma la tariffa sui rifiuti, se accompagnata da una buona politica, potrebbe diminuire.
    Non succede con Cariello e compagni, visto che da quando si sono insediati non solo hanno fatto flop per il mancato abbassamento della TARI, ma non sono riusciti a portare a termine neanche le gare di gestione del sito di compostaggio e di quella della raccolta differenziata con gravi ripercussioni sui cittadini.
    Infatti, l’appalto pubblico per la raccolta rifiuti per responsabilità politiche palesi emerse in commissione controllo e garanzia, è stata “ritardata” a causa della maggioranza che ha dettato degli indirizzi da seguire che, in ultimo, si sono rivelati fatali.
    Tanto è vero che quella gara è stata annullata su parere dell’ANAC e, ad oggi, nonostante annunci da marinaio dell’Assessore delegato Masala, non è stata ancora pubblicata.
    Le conseguenze sono serie per le tasche degli ebolitani: paghiamo un servizio a peso d’oro senza possibilità di riduzioni e con un totale di proroghe liquidate che arrivano alla stratosferica somma di 18.000.000 euro.
    Il tutto mentre la percentuale della raccolta differenziata resta ampiamente sotto la soglia di legge. Attualmente siamo al 55% ben lontani dal 65% e in calo rispetto l’anno scorso.
    Aumentano i sacchetti grigi e si differenzia meno e voi come state contrastando questo decremento?
    Con una campagna pubblicitaria “AMO EBOLI” che anzichè essere a carico della ditta affidataria risulta a carico della cittadinanza con una spesa di 35.000 euro!
    L’altro appalto per la gestione del sito di compostaggio è fermo innanzi al Tar Salerno e non si capisce quale soluzione adotterà nel mentre il Comune di Eboli, vista anche la possibilità di appello al Consiglio di Stato.
    Risultato anch’esso penalizzante: i cittadini continuano a pagare centinaia di migliaia di euro per conferire la frazione organica da loro stessi prodotta e in una struttura pubblica del Comune di Eboli.
    Un paradosso inaccettabile che non vede azioni risolutive alle porte.
    Le tariffe Tari 2019, in allegato, mostrano ulteriori aumenti rispetto l’anno 2018 e con qualche esempio cerchiamo di spiegarlo ai lettori.
    Prendiamo un’abitazione da 80 metri quadri, in cui vivono una coppia di giovani, nel 2018 hanno versato di TARI 268,57 euro, nel 2019 dovranno versare 279,30 euro, con un aumento di 11 euro. Altro esempio, una casa un po’ più grande di 100 metri quadri dove vive una coppia con un bambino, 3 persone, nel 2018 ha versato 350,71, mentre nel 2019 verserà 355,43.
    Veniamo alle zone periferiche: per una coppia di novelli sposi in abitazione di 60 mq nel 2018 la Tari era pari ad € 210,51 mentre nell’anno corrente risulta di € 224,84, con 14 euro di aumento.
    Per una casa occupata da 3 persone di 80 metri quadri nel 2018 venivano corrisposti 281.84 euro, nel 2019 invece 292,39 euro, con aumento di 11 euro.
    Per un appartamento di 100 mq con 5 persone se fino all’anno scorso la Tari costava 408.43 euro ora siamo a 420.42, con dodici euro in più.
    Per le attività commerciali gli aumenti sono minori ma garantiti.
    In consiglio comunale hanno avuto anche il barbaro coraggio di chiedere il voto delle opposizioni sul testo!!
    Insomma, ad un anno esatto dalle elezioni comunali, l’amministrazione comunale imbottita di transfughi mette le mani nelle tasche dei cittadini e peggiora le condizioni di vita degli ebolitani.”

  • Lo staff da Casa Bianca raddoppia. Cariello e la sua “band” sono senza vergogna.

    Aumentano le ore di lavoro ai collaboratori dello Staff da “Casa Bianca“ del Sindaco, mentre impenna la disoccupazione giovanile ebolitana.
    Dal 2016 al 2020 gli ebolitani stanno assistendo impotenti allo sperpero di danaro pubblico messo in atto dagli amministratori comunali, pari a circa 130.000 euro,  per 3 sole unità esterne (due staffisti ed un portavoce) scelte su stretta indicazione del Sindaco.
    A questo si aggiunge un altro tassello di simile gravità.
    Infatti è notizia di ieri che con delibera di giunta n. 78 l’amministrazione comunale ha deciso di aumentare da 18 a 30 le ore settimanali (pari all’83,33% dell’orario di lavoro a tempo pieno) degli staffisti Silvana Scocozza e Vito Leso, per una spesa ulteriore per il settore personale pari ad € 20.131,36.
    Una ulteriore conferma dello spreco di soldi pubblici per un servizio che potrebbe essere garantito, con pari professionalità, da personale interno.

    Durante il consiglio comunale del 21 marzo 2013 gli allora consiglieri comunali di opposizione, usarono toni da stadio per attaccare l’amministrazione Melchionda rea di aver assunto una sola staffista con un compenso di circa 22.000 euro.
    Per farvi un’idea di cosa affermarono, vi proponiamo lo stralcio di alcuni passaggi presenti nel verbale di seduta.

    Cariello tuonò: “ … è la verità dire che avete aumentato al massimo le tasse, e contemporaneamente date uno schiaffo a questa città. Neanche il tatto politico e istituzionale di non fare l’atto in questo momento, dove da due mesi ci sono 30 lavoratori che stanno occupando in modo pacifico il Comune di Eboli, e stanno occupando in modo propositivo, voi fate un atto di delibera di Giunta, dove spendete 22 mila euro per un incarico di staff del Sindaco. È fuori luogo.”

    Vecchio lo seguì a ruota: “ Io ritengo che quella delibera sia uno schiaffo alla miseria, ai cittadini, a questi lavoratori che stanno protestando. Ditemi che sono populista, ditemi quello che volete. Questa è la mia opinione!”

    Ora, possiamo capire che passare dalla minoranza alla gestione del potere abbia influito e fatto cambiare idea su questo ed altri argomenti (!), ma la domanda che si pongono i cittadini e a cui attendiamo impazienti una risposta è: non provano vergogna?
    Abbiamo una grande occasione per mandarli a casa, tra poco più di un anno, e siamo certi che i cittadini non se la faranno scappare.”

  • Entro settembre addio Soget. E niente proroghe!

    Il capogruppo azzurro illustra alcune vicissitudini in altre realtà locali per chiedere la risoluzione contrattuale all’amministrazione Cariello.

    “Negli ultimi tempi la Soget, ditta aggiudicataria del servizio di riscossione tributi del nostro Comune, è incorsa in importanti esclusioni da gare d’appalto pubbliche.
    Tali situazioni devono assolutamente essere valutate dagli organismi interni del Municipio, onde salvaguardare il principio di imparzialità della Pubblica amministrazione, nel rispetto dei dettami del D.Lgs  50/2016 ( Nuovo codice appalti).

    In particolare si menzionano, come certificato dagli Enti citati, le seguenti contestazioni:

    1) Comune di Salerno: iscrizione dell’ 11-10-2017 sul casellario informativo Anac per errata esecuzione degli obblighi contrattuali con penali pari ad euro 88.000 (art. 80 comma 5 lett. c);

    2) Comune di San Vitaliano: inadempimento contrattuale ed applicazione penale di euro 3.000 con deliberazione di G.M. n 64 del 24/05/2017 (Art. 80 comma 5 lett. c)

    3) Esclusione dalla gara di Torre Annunziata per dichiarazioni non veritiere (art. 80 comma 5 lett. c – f bis – f ter) (Allegato)

    4)  Esclusione dalla gara di Bari per dichiarazioni irregolari (art. 80 comma 5 lett. c – f bis – f ter).   (Allegato).

    Si rammenta che la sentenza del Consiglio di Stato 5/2015, peraltro perno centrale delle linee guida ANAC in merito, esplicita con chiarezza che appare necessario che i requisiti richiesti in capo all’esecutore dei contratti per la partecipazione permangano per l’intera durata del contratto.

    In particolare la citata sentenza dispone che “nelle gare di appalto per l’aggiudicazione dei Contratti Pubblici, i requisiti generali e speciali devono essere posseduti dai candidati non solo alla data di scadenza del termine per la presentazione delle richieste di partecipazione alle procedure di affidamento, ma anche per tutta la durata delle procedure stesse fino all’aggiudicazione definitiva ed alla stipula del contratto, nonché per tutto il periodo di esecuzione dello stesso, senza soluzione di continuità“.

    La discrezionalità con la quale la stazione appaltante può infatti valutare l’impatto che gli errori commessi possono avere sul contratto in essere, se ben esprime un concetto di graduazione ed esclude un inopportuno automatismo, non deve trasformarsi in una “mancata valorizzazione” dei fatti conosciuti o facilmente conoscibili.

    Nel mentre la Soget sembrerebbe non avere più i requisiti e viene esclusa dalle gare in altri Enti, l’amministrazione Cariello starebbe valutando un’ipotesi di proroga contrattuale vista l’imminente scadenza (settembre 2018).

    Forza Italia, da sempre vicina ai contribuenti e in sinergia con l’omologo gruppo consiliare salernitano guidato dal collega Roberto Celano, chiede un immediato riscontro alla nota avente ad oggetto le esclusioni di cui sopra per risolvere il contratto immediatamente.
    Il “braccio armato”, utilizzato da Cariello per far cassa e acquisire risorse finanziarie per organizzare feste di piazza e tagli di nastro ha le ore contate.

    L’Amministrazione comunale, il Segretario comunale in qualità di Organo Anticorruzione e il Responsabile del Settore Finanziario, non possono far finta di nulla innanzi tale documentazione e devono nell’immediato intervenire.
    C’è la necessità di prendere atto della perdita dei requisiti in capo alla Soget e di rescindere il rapporto giuridico in essere.

    Eboli, 28 maggio 2018

    Il Capogruppo
    Avv. Damiano Cardiello

  • Immobili al centro storico: il paese dei balocchi e lo scandalo continua

    Sarà il clima natalizio oppure la bontà di questa amministrazione comunale, ma quanto pubblicato in questi minuti non può e non deve passare inosservato.
    Ad Eboli, lo ripetiamo da mesi, esiste un grave problema di illegalità e parzialità dell’azione amministrativa nella gestione del patrimonio comunale.
    Tanti tantissimi giovani per comprare un appartamento dove risiedere, a causa delle difficoltà economiche, accedono ad un mutuo e con grandi sacrifici di anno in anno pagano il dovuto.
    Nella nostra Città, invece, accade il contrario.
    Per gli immobili nel centro storico adibiti ad abitazione si è generato un sistema di favoritismi vergognoso che ha permesso l’immissione nel possesso dei beni senza però incassare le somme spettanti nelle casse comunali.
    Soltanto grazie al lavoro svolto dalla Commissione Controllo e garanzia abbiamo potuto verificare l’elenco completo dei morosi e singole situazioni debitorie che lasciano di stucco.
    Stiamo parlando di ben 68 appartamenti venduti con bandi pubblici a partire dal 2001 per un valore totale pari ad € 5.785.365,34.
    Ad oggi risultano versati solo € 4.158.884,62, nonostante i privati abitino e si siano immessi nel possesso dei beni.Si registra dunque un ammanco per il Comune pari ad € 1.626.480.72 di somme che i singoli ancora non hanno versato.
    In alcuni casi si è proceduto al solo versamento del deposito cauzionale pari al 10% del prezzo finale, senza poi procedere alla dazione finale.
    Tra i morosi in elenco compaiono anche congiunti di amministratori locali e volti noti.
    Lo abbiamo detto in consiglio comunale nella seduta del 27 novembre, quando si affrontò proprio la delicata tematica della gestione del patrimonio comunale, tra evidenti favoritismi e diffuse illegalità.
    Oggi siamo costretti a ritornare sulla tematica, a seguito della pubblicazione della determina n. 2437 del 13/12/2017.
    La Sig.ra M.S. in data 14.01.2005 e successivamente in data 06.08.2005, stipula i contratti per l’acquisto di due immobili adibiti ad uso abitativo nel centro storico, specificamente i lotti Tf1 e Tf2 entrambi siti in via Marcangione.
    Per il lotto TF2 il prezzo d’acquisto era fissato in € 59.650,77 ma risultano versati solo €29.830,46, mentre per il secondo appartamento il valore di vendita era stato fissato in € 36.565,15 ma, anche in questo caso, sono stati versati solo una parte dei soldi ovvero € 10.969,51.
    Dopo ben dodici 12 anni di mancato incasso da parte del Comune per un totale di € 55.416,90,senza nessuna azione di recupero crediti messa in atto né uno sfratto per morosità, il Resp. del Settore Patrimonio ha avallato una scelta inconcepibile.
    In pratica è stata concessa l’ulteriore possibilità di scorporare una somma anticipata per l’acquisto del fabbricato T1, a seguito di rinuncia, per compensare la spesa del fabbricato T2 che, allo stato, mancherebbe ancora del saldo finale.
    Ma vi è di più.
    Si parla addirittura di “opere di completamento dell’alloggio TF2” che, previa verifica e quantificazione delle stesse da parte dell’Ufficio Lavori Pubblici, potranno essere riconosciute e, dunque, ulteriormente scorporate.
    In questi minuti abbiamo depositato una interrogazione comunale urgente per sapere: 1) perché non si è proceduto allo sfratto per #morosità di tutti gli acquirenti; 2) perché non è stata avviata alcuna azione di recupero crediti nei confronti degli stessi; 3) se i relativi contratti sottoscritti prevedono clausole di rescissione in caso di mancato pagamento;4) se si, perché non vengono risolti; 5) quali motivazioni economiche hanno spinto il Resp. Settore Patrimonio ad avallare una scelta che comporta un mancato incasso certificato per l’Ente pari ad € 55.000; 6) come è stata utilizzata l’abitazione denominata T1 nei dodici anni di possesso e se è stata concessa in fitto a terzi; 7) come è stata utilizzata l’abitazione denominata T2 sino ad oggi e se è stata concessa in fitto a terzi.
    La battaglia per risanare i conti del Comune continuerà investendo la Corte dei Conti per accertare le responsabilità di questo enorme #scandalo erariale.